Prima delle ultime elezioni della Camera dei Deputati tedesca il ministro dell'economia Schäuble aveva promesso di introdurre norme severe per impedire la speculazione sulle derrate alimentari. Tali norme sono state presentate a Bruxelles: ogni Paese dell'UE può decidere autonomamente quali iniziative intraprendere... il che garantisce l'inefficacia di qualunque vincolo. Infatti il Paese che avrà vincoli meno stringenti sarà quella più favorito economicamente: tutti i contratti speculativi sui prodotti alimentari saranno scambiati sulla sua borsa. La Deutsche Bank è il più grande giocatore del mondo in questo business sporco. L'ONG Foodwatch commenta: non è Wolfgang Schäuble a prendere le decisioni, sono consigli di amministrazione della Deutsche Bank e delle altre istituzioni finanziarie.
I politici promettono, le multinazionali decidono
Era chiaro già nel 2011: il presidente francese Nicolas Sarkozy comparve al notiziario della sera l'8 Ottobre dichiarando che al successivo summit del G20, a Cannes, la Francia avrebbe chiesto di vietare la speculazione finanziaria sui prodotti alimentari di base. Ma poi, solo 3 settimane e mezza dopo, non si è vista una sola parola al riguardo nel comunicato finale del summit. La Francia ha abbandonato il suo proposito. Nel periodo successivo all'annuncio di Sarkozy i fondi d'investimento hanno mobilitato le loro risorse; le multinazionali si sono presentate alle Cancelleria di Berlino, a Downing Street, alla Casa Bianca, all'Eliseo e hanno detto: "Cosa vi siete messi in testa? Qui valgono le regole del libero mercato, non tollereremo intromissioni." E gli stati membri del G20 si sono lasciati intimidire.
Scommettere sulla fame
Uno solo di questi colossi, con sede a Ginevra, ha nel suo portfolio più di 12,000 "futures" sul granturco, sul grano e il frumento. Il prezzo del granturco è cresciuto del 63% negli ultimi 2 anni. Il costo di una tonnellata di granturco è raddoppiato, raggiungendo i 211 Euro. Una tonnellata di riso delle Filippine è passata da 110 a 1200 dollari. Questo incremento genera immensi profitti per gli speculatori. Le promesse dei politici per quanto roboanti possano essere, non contano nulla, come pure le persone che vivono nelle baraccopoli di Rio de Janeiro, Karachi, delle Smoky mountains o di Manila. Per molte di loro tutto ciò significa patire la fame. La Deutsche Bank & Co ribattono che le scommesse riflettono il reale prezzo di mercato. Il direttore dell'UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo) Heiner Flassbeck, ha tuttavia dimostrato che nei ultimi 3 anni il prezzo delle derrate alimentari è cresciuto in media del 37% a causa della speculazione. E che quest'ultima è responsabile della fluttuazione dei prezzi.
Secondo le statistiche della Banca Mondiale 1.2 miliardi di persone sui 7.5 miliardi della popolazione mondiale vivono in condizioni di povertà estrema; devono acquistare cibo vivendo con meno di 1.25 dollari al giorno. Quando i prezzi delle derrate esplodono le madri nelle baraccopoli non possono più comprare cibo a sufficienza e i loro figli muoiono. Jean Ziegler, relatore speciale per le Nazioni Unite per il diritto al cibo commenta: questo è un massacro, aggravato dalla speculazione sui prodotti alimentari di base, che si verifica ogni giorno in assoluta normalità..
La porta del granaio aperta agli assassini
I politici hanno cercato di contenere questi eccessi del casino finanziario. Ma la nuova normativa europea lascia una porta aperta. Già nel 2009 l'allora Primo Ministro inglese Gordon Brown aveva sperimentato cosa significa lasciare ai singoli stati la libertà di autoregolarsi. Spinto dalla pressione dell'opinione pubblica aveva dichiarato che chi guadagnava più di 200 000 sterline grazie alla speculazione ne avrebbe pagato il 50% in tasse. Da allora i fondi d'investimento più grandi si sono spostati in Svizzera dove 26 cantoni sono in competizione tra loro per attrarre capitali, grazie a tasse molto basse e bassissimi controlli. Oggi la piccola città di Ginevra, graziosamente situata sulle rive del lago, è l'epicentro mondiale della speculazione sulle derrate alimentari. Ed ancora più assurdo è che i fondi speculativi sulle derrate alimentari che si trovano là, utilizzino la rispettabilità dei prodotti finanziari svizzeri per fare pubblicità ai propri prodotti. In realtà i documenti mostrano che sono perlopiù società veicolo di grandi fondi d'investimento e di banche con sede in paradisi fiscali come le isole Cayman, le Bahamas, ecc. La Deutsche Bank da sola possiede quasi 1000 di queste società veicolo senza regole.
"Ogni crudeltà perpetrata contro gli altri distrugge la mia umanità",
Questo diceva Immanuel Kant nel 18° secolo. Non possiamo permettere che continui l'omicidio di massa di esseri umani in nome della libertà dei mercati. Gli istituti di credito Commerzbank, Sparkassen and Volks- und Raiffeisenbanken hanno acconsentito grazie alla pressione dell'opinione pubblica a non vendere prodotti finanziari che speculino sui prezzi del cibo. Questa pressione deve crescere finchè anche Goldman Sachs e la Deutsche Bank non possano più permettersi di nutrire la propria brama di profitti con la fame dei più poveri tra i poveri.
Aiutaci a fermare questa follia!
Circa 2,000 persone in 5 Paesi hanno contribuito con 127,384 Euro al progetto del film "Chi Salva Chi?". Associazioni e fondazioni hanno contribuito con 18,391 Euro. Per assicurare un compenso adeguato a tutti coloro che hanno partecipato al progetto servono ancora circa 14.000 euro.
Questa è il motivo per cui chiediamo
- Di diffondere l'appello "Chi salva chi?"
- Di usare eventuali vostri contatti con i media per raccontare il progetto
Non ci manca ancora molto. Dobbiamo riuscire a finanziare il film dal basso!