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Alternative agli ombrelli alternativi
Proprio gli economisti e gli esperti del Fondo Monetario Internazionale più conservatori criticano radicalmente questa politica. Con lo scudo protettivo attuale, per esempio, soltanto il 20% dei titoli di stato "protetti" sono di proprietà di banche europee. L'80% è dei più ricchi investitori del mondo – perché i cittadini europei dovrebbero salvare i più ricchi dei ricchi? Gli economisti propongono anche di permettere a stati come la Grecia l'insolvenza e un taglio dei debiti. In Argentina, proprio questa misura ha dato al paese una ripresa fenomenale.
Naturalmente, le insolvenze metterebbero in difficoltà le banche. Ma invece di un salvataggio globale delle banche da parte dei contribuenti gli esperti propongono che siano soprattutto gli azionisti delle banche a rispondere con il loro capitale. Le banche dell'UE hanno più di 1.000 miliardi € di capitali propri. Soltanto se questo non dovesse bastare potrebbe contribuire lo stato – non con un aiuto a costo zero ma con l'acquisto di azioni e diritto di cogestione. Anche nel caso del peggior scenario possibile cioè l'insolvenza di Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Italia ed il salvataggio di tutte le banche il contribuente tedesco dovrebbe contribuire soltanto con 19 miliardi di euro!
La realizzazione di questa alternativa è soltanto una questioni di interessi, dice l'economista neoliberale prof. Hans-Werner Sinn. E' chiaro che tutte le "banche ed assicurazioni sono chiaramente" a favore della politica degli ombrelli protettivi. Loro vorrebbero che il contribuente salvasse i loro depositi negli stati in crisi. Secondo Sinn vorrebbero anche evitare che lo stato diventasse un loro comproprietario. Dal punto di vista del contribuente, però, questa alternativa sarebbe infinitamente più conveniente.
Good Bank invece di Bad Bank
Sarebbe insensato, però, salvare tutte le banche con questi 19 miliardi di euro. Secondo i premi Nobel per l'economia Joseph E. Stiglitz e Willem Buiter nonché economisti come George Soros lo stato dovrebbe portare verso una "insolvenza ordinata" proprio le banche "rilevanti per il sistema". Dovrebbe acquistare soltanto i "titoli buoni" connessi con l'economia reale e i risparmi depositati. Con questi titoli e la rete delle filiali lo stato potrebbe fondare "Good Banks". Per il personale e i clienti delle vecchie banche cambierebbero inizialmente soltanto il nome e la dirigenza. Secondo Stiglitz e Soros la "Good Bank" potrebbe assumere senza intoppi i compiti principali del sistema bancario. Le vecchie banche, invece, avrebbero sul groppone soltanto la spazzatura finanziaria. Il conto verrebbe pagato dagli azionisti e da coloro che mettono a disposizione delle banche capitali fuori dai depositi normali – proprio quegli speculatori che adesso vengono salvati dai contribuenti.